Specialita Gastronomiche
Sagra del Pom Matan
Ogni anno, il secondo sabato domenica di settembre si svolge la tradizionale “Sagra del Pom Matan”; quest’anno ( 7 e 8 settembre 2013) si raggiungerà la 25ª edizione. Protagonista della festa è il "Pom Matan" una varietà di melo poco diffuso in Piemonte; per limitarci alla Provincia di Torino è segnalata la presenza in Val Chisone, nelle Valli di Lanzo e nella zona di San Sebastiano da Po.
Agnulot\'d pom
Piatto dell\'antica tradizione sansebastianese. La pasta per l\'involucro è la stessa degli agnolotti di carne ed il procedimento per la preparazione è identico. Quello che cambia è il ripieno, che si ottiene facendo cuocere a pezzetti i pom matan ed aggiungendo alla purea di mele cotte qualche pezzo di burro, noce moscata, salsiccetta bollita a parte e poi tritata e amalgamata con l\'aggiunta di un po\' di sale. Una variante del ripieno, preferita dai più poveri, si otteneva mediante la sostituzione della salsiccia del ripieno con uova, cavolo e pane pesto. Gli agnolotti di mele vanno conditi con un buon sugo al pomodoro insaporito con tutti i gusti dell’orto.
LA LEGGENDA DEGLI AGNOLOTTI DI POM MATAN
Si raccontava che all’inizio dell’ottocento, quando le guerre Napoleoniche, oltre che benessere ai francesi avevano seminato miseria in molti paesi (ricordate il detto: Liberté, Egalité, Fraternité, i franseis a caval e noi a pé), qui a San Sebastiano, proprio in mezzo al paese vivesse una famiglia di contadini, il cui capo famiglia, a cui daremo il nome di “Giuseppe”, era un omone forte e robusto, ma non possedeva terre e lavorava a giornata guadagnando poco o niente. L’unica cosa che aumentava era la famiglia, ogni anno che passava era una bocca in più da sfamare. Anche la moglie, di nome “Maria”, andava a servizio nelle case dei fattori più ricchi, e sgobbava dall’alba a notte fonda. Ma si volevano bene e tiravano avanti, pregando alla domenica nella Cappella del paese.
Un mattino, prima di recarsi nei campi al lavoro, il marito prese il suo cane da tartufi e andò nei boschi dietro il paese. Improvvisamente il cane tirò con forza verso un albero secolare e lì sotto un palmo di terra, Giuseppe vide un magnifico tartufo, grosso come il suo pugno chiuso. Tremando lo cavò da terra, pesava certamente parecchi etti. Senza neanche passare da casa corse fino a Chivasso, dove c’era il mercato settimanale. Trovò subito un compratore pronto a dargli uno scudo d’argento! Mai avuto tanti soldi in tasca sua! Giuseppe rifece sempre di corsa la strada verso casa, per mostrare tanta ricchezza a sua moglie, che era rimasta come abbacinata e i bimbi non capivano perché, con quella moneta grossa grossa in mano i loro genitori piangessero.Finalmente, sciolto il nodo che aveva in gola lui poté parlare, e disse alla sua Maria: “Per domenica farai gli agnolotti!”
Ma lei timidamente obiettò che uno scudo d’argento era sì molto ma non sarebbe bastato per comprare anche gli stivaletti per i più grandicelli che andavano a scuola, e le mantelle per i piccoli dell’asilo, e...” Niente! Niente! continuava a sbraitare lui, Domenica io voglio gli agnolotti!” Dovete pensare che in quegli anni di carestia, soltanto i ricchi potevano permettersi di mangiare gli agnolotti, e soltanto alle grandi feste come Natale e Pasqua. La saggia Maria non insisté oltre, perché lei voleva bene al suo uomo, e la settimana trascorse come le altre, lavorando molto e mangiando polenta.
Ma alla domenica, verso mezzogiorno, sulla stufa c’era un pentolone che bolliva. Scolato il contenuto, apparve agli occhi sgranati dei bimbi una zuppiera colma di agnolotti, che la Maria stava rimescolando con il sugo rosso. Poi Giuseppe, da buon padre di famiglia, con il mestolo grande, cominciò a riempire i piatti dei figlioli e poi quello della moglie. Nella cucina c’era un insolito silenzio, per cui, prima di riempire il suo piatto, si fermò stupito a guardarsi interno, tutti i suoi familiari, con un agnolotto infilzato nella forchetta sollevato in aria, lo stavano fissando con occhi spalancati. “Ma che cosa c’è?”, disse e assaggiato un agnolotto avvertì un sapore diverso, e guardò sua moglie con occhi severi. Maria scoppiò in lacrime e confessò: ”Ho comperato gli stivaletti e le mantelline e non avevo più un soldo per andare dal macellaio, sono salita in soffitta e ho preso tanti pom matan, e ho fatto il pieno con un pochino di salciccia avanzata ieri” e piangeva a dirotto; lui taceva e la fissava incredulo, poi si alzò, si avvicinò alla sua Maria, la sollevò di peso e cominciò a baciarla, piangendo anche lui. “Brava, le disse, questi sono i veri agnolotti dei poveri, i soli e sacrosanti agnolotti!”.
Poi, non si sa perché, poco per volta si perse l’abitudine di fare gli agnolotti con le mele fino a che nel 1989, la Pro Loco ideando “la Sagra del Pom Matan” fece rivivere questi sapori. E oggi accorrono buongustai da tutte le parti del Piemonte per mangiare i nostri insuperabili agnolotti dei poveri. Questa è la vera storia degli agnolotti di pom matan, che si racconta in paese.
Torta Nera
Raffinata torta di mele e cioccolato, dal sapore squisito.
Friceau di mele
Ossia frittelle di mele, dal gusto prelibato e delicato.
Frolle di Marmatan
Cialde ripiene di marmellata fatta con i pom matan.
Tomino di Saronsella
Nelle specialità di San Sebastiano Po trova spazio il famoso tomino di Saronsella, un "prodotto agroalimentare tradizionale piemontese riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Piemonte" (PAT)
Il Tomino di Saronsella, comunemente conosciuto come Chivassotto, è un formaggio grasso a latte vaccino crudo, intero a pasta cruda e morbida, di piccola pezzatura. Ha forma cilindrica a disco affusolato (diametro di 8-10 cm), lo scalzo è basso (2-2,5 cm), arrotondato e raccordato in modo morbido con le facce. Il peso è di circa 100 g. La pasta è bianca con sottile crosta giallo - paglierina. Il prodotto giovane ha sapore dolce e burroso, che diventa pronunciato, intenso e caratteristico in quello maturo. Si produce tutto l'anno.